Uno delle domande che piu’ spesso ci troviamo ad affrontare con i pazienti, specialmente i piu’ attivi e sportivi, è la seguente: andare a correre fa male alla schiena?
Chi ha problemi ai dischi intervertebrali puo’ correre o è una attività da evitare?
C’è il rischio di causare “schiacciamenti” ai dischi lombari andando a correre, specialmente sulle superfici dure come l’asfalto?
Come tutti gli argomenti complessi, anche in questo caso la risposta è ‘dipende’.
Partiamo col descrivere brevemente i dischi invertebrali: si tratta di piccoli cuscinetti di forma ovale, interposti tra ogni coppia di vertebre.
Contrariamente a quanto spesso descritto, la loro funzione non è unicamente di ammortizzare il carico tra una vertebra e l’altra, ma anche di permettere il movimento tra due segmenti della nostra colonna vertebrale, come una vera e propria articolazione.
La mancanza di movimento ed in particolar modo la sedentarietà lavorativa sono spesso causa di dolore lombo-sacrale: in molti casi, la struttura responsabile di questi mal di schiena è proprio il disco intervertebrale, che rimane a lungo tempo in una posizione di relativa compressione.
Provate ad immaginare di appoggiarvi su un gomito per un paio d’ore, il minimo che potete aspettarvi è un arrossamento e indolenzimento della zona soggetta a compressione prolungata.
I nostri dischi, per quanto siano incredibilmente resistenti, possono essere soggetti ad alterazioni causate da stress meccanici prolungati tipici della postura seduta: quindi non è sufficiente stare seduti un paio d’ore per infiammare un disco, ma se pensate che stare seduti 8 ore al giorno, 5 giorni la settimana, per anni, non abbia conseguenze…beh, vi sbagliate!
Cosa c’entra tutto questo con la corsa, oggetto di questo articolo? La risposta sta nel fatto che la corsa è la tipica attività fisica che si svolge in stazione eretta: quando siamo in piedi, il carico sui dischi è distribuito in maniera molto diversa rispetto a quando siamo seduti.
Dovremmo allora forse stare sempre fermi in piedi, invece che fermi seduti? Certo che no!
Ma il movimento svolto in posizione eretta è quello piu’ indicato per una buona salute dei dischi intervertebrali, perchè permette lo scambio di sostanze nutritive (prima fra tutte l’acqua, componente essenziale dei dischi) tra questi cuscinetti e le vertebre adiacenti.
Un bellissimo studio pubblicato nel 2017 sulla piu’ prestigiosa rivista mondiale di biologia, Nature, ha confermato quello che la maggior parte dei dottori chiropratici ha sempre sostenuto: i soggetti che corrono, rispetto a quelli inattivi, hanno dischi intervertebrali più spessi (quindi meno compressi) e piu’ idratati (quindi con un migliore scambio di sostanze nutritive) rispetto ai soggetti inattivi. E sembrerebbe che i corridori su lunghe distanze (piu’ di 50 km a settimana) abbiano valori nettamente migliori rispetto ai corridori su distanze inferiori (20-40 km a settimana).
Nella parte sinsitra, lo stato di idratazione dei dischi è maggiore nei corridori (colonna rossa e colonna nera) rispetto ai non corridori (colonna bianca). Nella parte destra, lo spessore dei dischi è maggiore nei corridori su lunga distanza (colonna nera) rispetto ai corridori su breve distanza e ai non corridori (colonna rossa e bianca, rispettivamente). Immagine adattata da “Running exercise strengthens the intervertebral disc. Sci Rep 7, 45975 (2017). https://doi.org/10.1038/srep459752”
Ma quindi possiamo consigliare la corsa ai pazienti con un’ernia lombare? La risposta è sostanzialmente no, perchè la corsa è un’attività sicura per quei soggetti che non hanno patologia discale, ma in presenza di sintomi causati da un’ernia al disco la prima cosa da fare è guarire il disco.
Una volta ripristinata una buona meccanica vertebrale e discale (con terapia mirata, come l’aggiustamento chiropratico, la tecnica flexion-distraction e il rinforzo muscolare specifico), non è da escludere un ritorno alla corsa, anzi. Sicuramente ci sentiamo di raccomandare il cammino, versione piu’ leggera della corsa ma sicuramente in grado di facilitare le fase di compressione-decompressione discale necessaria agli scambi nutritivi di cui abbiamo parlato.
Come chiropratici, ci occupiamo della valutazione biomeccanica dell’intero apparato locomotore: durante una visita, verifichiamo lo stato di salute neuro-muscolo-scheletrico del paziente, in particolar modo dell’arto inferiore, delle anche, ginocchia e caviglia, oltre alla
colonna vertebrale.
In assenza di controindicazioni, la corsa è sicuramente utile per mantenere un buono stato di salute dei dischi invertebrali.